martedì 23 gennaio 2007

Pisa: Il quartiere Chinzica

In origine, il centro abitativo di Pisa si sviluppava nella zona a nord dell’Arno, nello spazio delimitato dall’Arno stesso a Sud e a nord dal fiume Auser. Una consistente espansione urbana sulla sponda sinistra, rimasta a lungo impaludata, sembra essere iniziata solo dopo la fine dell’impero romano, in epoca altomedioevale; quest’area inizialmente prese il nome “di là d’Arno” ma nell’VIII secolo verrà rinominata Kinzica, termine che la tradizione associa all’eroina Chinzica de Sismondi[1], ma che sembrerebbe derivare, secondo recenti studi linguistici, dal longobardo Kinzig, termine che fa riferimento ad un livello più basso di questa sponda del fiume rispetto all’altra [Arcamone 1978].
Nella zona a sud dell’Arno non mancavano comunque edifici ed opere di età antica: per esempio, è da qui che passava alla fine del II sec. a. C. la via Aemilia Scauri, importante strada di collegamento di Roma con la Liguria e la Gallia. Prima che si formasse il nuovo insediamento abitativo di Kinzica, infatti, questa zona era attraversata da quattro arterie stradali: una andava al porto, una verso Firenze, passando per l’attuale Riglione (attuale via Fiorentina) mentre le due rimanenti si dirigevano verso sud.
L’insediamento sulla sponda sinistra fu talmente rapido ed intenso che per esso, già agli inizi del secolo XI, compare una designazione autonoma: dapprima ubi dicitur Chintigha, in loco et finibus Chintica, oppure villa que dicitur Chintica ed infine semplicemente Chinzica [Arcamone 1978].
Inizialmente il toponimo designa una zona sulla sinistra dell’Arno, localizzabile intorno alla chiesa di Santa Cristina, la cui consacrazione risale a prima del Mille. Chinzica indica poi una zona progressivamente più ampia detta talvolta villa (cioè villaggio), a designare tutto l’oltrarno meridionale della città, nei confronti della quale mantenne tuttavia sempre una sua individualità.
Nel XIV secolo Boccaccio in due diverse novelle menziona Chinzica ancora come fosse un nucleo a se in Pisa[2].
Forse per la sua posizione intermedia tra l’Arno e il Portus Pisanus, oltre che per la sua disponibilità di terre ora in parte bonificate, Chinzica fu preferita come residenza dagli immigrati del contado, dai fuggiaschi provenienti dai territori vicini e dai mercanti anche stranieri: essa divenne quindi tanto popolosa quanto ricca, che la vecchia città di Pisa sull’altra sponda pensò bene di annetterla.
L’abitato che, inizialmente, raccoglieva una popolazione cosmopolita formata principalmente da mercanti stranieri, venne inserito quindi entro una cerchia muraria, entrando così a far parte della civitas dal 1155.
Prima dell’edificazione delle mura però, intorno a tutta la città, sia a nord, nella "Civitas", sia a sud dell’Arno, in "Kinzica" appunto, erano stati scavati dei fossati che avevano principalmente lo scopo di fissare i confini della città stessa. Questi fossati furono anche utilizzati per il trasporto sui navicelli dei blocchi di pietra tufacea provenienti dalle cave situate nel territorio livornese. Le stesse vie d’acqua in seguito garantirono anche l’arrivo in città delle pietre provenienti dalla zona dei monti pisani.
Così, quando nel 1155 si dette avvio con opere preparatorie alla costruzione della cinta muraria detta di Cocco Griffi[3], fu previsto anche l’inglobamento della zona abitata sulla sponda meridionale dell’Arno, e quando poi Pisa fu divisa in quartieri, Chinzica ne designò quello commerciale ed il più ampio.
Lo sviluppo di questo quartiere ebbe ritmi sostenuti soprattutto nel XII secolo, documentato dalla comparsa di chiese mai attestate prima. Nei documenti della prima metà del XII secolo ne vengono scandite le tappe: S.Sebastiano nel 1117, S.Lorenzo nel 1127 con annesso cimitero, S.Sepolcro nel 1138 e S.Cassiano nel 1147 [Garzella 1990].
Nel contempo gli enti ecclesiastici già esistenti si attrezzarono per dare nuovi servizi ad una popolazione che si andava facendo sempre più numerosa: nelle documentazioni compaiono infatti gli ospedali annessi alle chiese di S.Martino e di S.Sepolcro (immediatamente a sud della Loggia dei Banchi) ed al monastero di S.Paolo a Ripa d’Arno, mentre un quarto ospedale fu fondato da laici in località “Casamvidia”[4] (attuale Giardino Scotto), non lontano da S.Andrea, che fu donato nel 1133 alla chiesa arcivescovile pisana e ai suoi canonici.
Delle Chiese appena ricordate, S. Sebastiano, S. Lorenzo, S. Sepolcro e San Martino sorgevano in prossimità della “Carraia Maiore”, asse primario della viabilità di tutto il territorio a sud dell’Arno, così come tre dei quattro ospedali (S. Martino, ‘Casamvidia’, S. Sepolcro) che conosciamo in questo arco di tempo [Garzella 1990].
Tra le aree lungo l’Arno privilegiate per l’insediamento, la più ambita in questo periodo fu senza dubbio quella gravitante intorno all’unico ponte che per molto tempo aveva collegato la ‘civitas’ con l’Oltrarno: Pisa ebbe infatti un solo ponte in legno sino alla metà del secolo XII dove, ai giorni nostri, si trova il Ponte di Mezzo (dopo il 1182 denominato Ponte Vecchio); in seguito, nei pressi della Spina, nel 1182, fu costruito un secondo ponte il legno, che prese il nome di Ponte Nuovo. Nel Giugno del 1262 iniziò la costruzione di un terzo ponte nel quartiere della Spina, che fu terminato nel 1268; il quarto ponte fu fondato nel 1328 [Don Saprtaco Mugnai 1965].
Le testimonianze dei primi decenni del secolo XII rivelano, nel tratto in prossimità del Ponte di Mezzo, un grado di urbanizzazione elevatissimo, con notevole densità di costruzioni sviluppate in altezza e talvolta accorpate tra loro, con suoli non edificati quasi inesistenti ed un fitto e tortuoso reticolo di vie.
Il fervore edilizio incise profondamente sull’assetto della città, che in questo periodo acquisì la sua inconfondibile fisionomia abitativa, legata alla presenza delle case torri, le caratteristiche strutture in pietra a pilastro ed arco ogivale di raccordo ancora oggi ampiamente conservate [Redi 1990].
Durante il corso e fino alla fine del secolo XV nella repubblica marinara di Pisa, che dal 1406 aveva perso l’indipendenza, divenuta parte dello stato fiorentino, ai quartieri furono sostituiti i terzieri, così che l’area di Chinzica fu denominata San Martino, dal nome dell’importante chiesa che qui ancora sorge. Fu questo provvedimento amministrativo, insieme alla successiva rapida decadenza economica di Pisa e di tutto il suo territorio, a determinare la lenta scomparsa di Chinzica dagli atti ufficiali, anche se esso rimane ancora a lungo vivo, nelle seppur sporadiche menzioni, accanto a quello di terziere di San Martino. È stato comunque usato in maniera continuativa fino ad oggi limitatamente alla titolatura delle chiese [Arcamone 1978].
L’area di San Martino continuava a rivestire notevole importanza, poiché proprio in questa zona confluivano la via Emilia e la via Fiorentina, ed è per questo motivo che, nel XIII secolo, qui erano concentrate le più svariate attività commerciali; vi si potevano infatti trovare artigiani di vario genere, broccai, tiratori di lana, carratori ed in particolare nei vicoli dell’area dell’attuale piazza Chiara Gambacorti erano situati i venditori di fieno.
Kinzica era infatti, come ho già citato più volte, un quartiere nato per ospitare i mercanti stranieri con le loro esigenze di scarico e carico merci e di conservazione e stoccaggio nei magazzini; la struttura viaria di questa zona si era quindi sviluppata in modo tale da mettere in comunicazione gli scali sulla riva dell’Arno con i magazzini di raccolta situati più all’interno del quartiere, assumendo così la sua caratteristica struttura “a pettine”.
Nel quattrocento si è avuto il progressivo allontanamento delle attività mercantili dal lungarno, e la costruzione di grandi palazzi a carattere signorile. Si è costituito inoltre il polo amministrativo cittadino intorno all’asse viario di Ponte Vecchio (oggi Ponte di Mezzo), con le due logge, quella della Mercanzia e quella dei Catalani, con la conseguente destinazione agli uffici dei commissari fiorentini dei consoli del Mare e della Dogana nei Palazzi Pretorio e Gambacorti.
Nel cinquecento il quartiere Chinzica fu interessato solo da interventi di tipo militare, tranne che per la progettazione e la realizzazione dei Magazzini del Tirreno che si aprivano a schiera su via la Tinta e via del Poggione a cura di Giovanni da Montaldo.
Nel seicento si ebbe in Chinzica la costruzione, o meglio la ricostruzione, della loggia (oggi Loggia dei Banchi): fu infatti questa la prima loggia che fungeva da punto di incontro tra mercanti e uomini in vista e fra tutti gli esponenti della “civitas mercantile” del medioevo, poi abbattuta per far posto ai banchi dei mercanti, ai fondachi ed alle botteghe artigiane. La costruzione della nuova loggia voleva essere un continuum con la precedente loggia, andando a ritoccare solo minimamente la topografia e la viabilità esistente.
Nel settecento e nella prima metà dell’ottocento non ci furono grossi stravolgimenti dell’assetto urbanistico in Chinzica.
Con l’apertura della Stazione ferroviaria, nel 1862, a sud della porta S.Gilio, nacque l’esigenza di urbanizzare la zona a sud del convento di San Domenico e di raccordare la stazione ferroviaria con la parte a nord della città. Questo riassetto fece scempio delle mura medioevali, che furono demolite per tutta la lunghezza di piazza Vittorio Emanuele.
Note:
[1] Kinzica de’ Sismondi, eroina pisana, che secondo la tradizione salvò la città dall’invasione dei saraceni, accorgendosi, di notte, del pericolo che incombeva sulla città. La fanciulla pisana chiamò a raccolta, suonando la campana della torre del Palazzo degli Anziani, donne, vecchi ed adolescenti, poiché in quel periodo gli uomini, di età matura per l’uso delle armi, si trovavano impegnati con le galee ad assediare Reggio Calabria. Rapidamente i cittadini, allarmati, si armarono ed ingaggiarono una lotta accanita contro Musetto ed i suoi uomini.
[2] G. Boccaccio, Decameron, X novella della seconda giornata e X novella della quarta giornata.
[3] Cocco Griffi fu console di Pisa nella metà del XII secolo.
[4] Toponimo di origine oscura con altre varianti “Casanvilia”, “Casainvilia” che nel XII secolo indicò il luogo in cui sorgeva il monastero di S.Andrea
Riferimenti bibliografici:

Arcamone M.G., 1978: Chinzica: toponimo pisano di origine longobarda, in "Bollettino Storico Pisano", XLVII, pp. 205-246 .

Banti O., 1989: Breve storia di Pisa, Pacini, Pisa.

Banti O., 1992: Io e il mio Medioevo Tirrenico. Sardegna, Toscana e Pisa, Pacini, Pisa.

Belli Barsali I., 1977: Sui recenti studi di topografia, urbanistica e architettura medioevale pisana, Pisa – Estr. da: Bollettino Storico Pisano, 46/1977

Garzella G., 1990: “Pisa com’era: topografia e insediamento dall’impianto tardoantico alla città murata del secolo XII” gisem Liguori editore.

Herlihy D., 1990: Pisa nelDuecento.vita economica e sociale d’una città italiana nel medioevo, Nistri Lischi Editori – Cultura e Storia pisana, 3.

Luzzati M., 1997: La sinagoga di Pisa, dalle origini al restauro Ottocentesco di Marco Treves, Edifir Edizioni Firenze.

Milanese M., 2005: Piazza Chiara Gambacorti, Archeologia e urbanistica a Pisa, Scavi e ricerche, Edizioni Plus, Pisa.

Redi F., 1990: Pisa com’era: archeologia, urbanistica e strutture materiali (secoli V-XVI), Napoli, GISEM-Liguori.

Ronzani M., 1980: l’organizzazione della cura d’anime nella città di Pisa (secoli XII-XIII), in istituzioni ecclesiastiche della toscana medioevale, Galatina (LE), Congedo.

Ronzani M., 1986: Un aspetto della “Chiesa di città” a Pisa nel Due e Trecento: ecclesiastici e laici nella scelta del clero parrocchiale, in Spazio, società, potere nell’Italia dei Comuni, a cura di G. Rossetti, Napoli, Liguori, (Europa Mediterranea. Quaderni, 1).

Sac. Don Spartaco Mugnai 1965:S. Giovanni al Gatano in Porta a mare nelle vicende storiche di Pisa” Tip. Editrice vigo Cursi, Pisa.

Tolaini E., 1992: Forma Pisarum. Problemi e ricerche per una storia urbanistica della città di Pisa, Nistri – Lischi, 2 edizione.

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