martedì 30 gennaio 2007

Pisa: la Chiesa di San Lorenzo in Chinzica

La chiesa di San Lorenzo, di cui abbiamo notizie dagli anni venti del XII secolo, fu edificata probabilmente per iniziativa di un gruppo di proprietari residenti in Kinzica e venne dotata sin dall’inizio di un proprio cimitero. Sul cimitero di san Lorenzo infatti i testamenti conservatici numerosi dagli atti notarili duecenteschi, confermano che la chiesa aveva pieni diritti di sepoltura. Dell’autonomia della chiesa inoltre ne è prova, almeno per la fine del secolo, il fatto che, nel 1192, in occasione dell’erezione dell’oratorio del ‘Ponte Vecchio’, il pontonaio[1] si impegnava a non sottrarre con ciò i fedeli alle chiese di San Cristoforo e San Lorenzo.
La chiesa sorse per iniziativa dei laici devoti, come frequentemente avveniva nelle parrocchie cittadine; essa non ospitò mai comunità monastiche o canonicati e rimase sottoposta al giurispatronato dei discendenti dei primi fondatori. Da un atto notarile conservato nell’archivio di stato di Pisa si apprende che nel 1151 erano patroni di San Lorenzo 5 persone: un padre con due figli e un’altra coppia di fratelli; gli ultimi due, Pietro e Guido erano figli di quell’Ugo del fu Genoardo che il 31 marzo del 1127, insieme con la madre vedova, aveva donato alla “ecclesiae sancti Laurenthii de Hchinthica” un pezzo di terra ubicato “Iiuxta cimiterium predicte ecclesie”[2].
Non siamo ancora i grado di dire se costoro, ascendenti dei “de Grocto”-“de Bella” testimoniati come patroni della chiesa dalla metà del secolo XII [Garzella 1990] fossero gli antenati di quei membri della famiglia nobile Del Bagno che nel trecento detenevano il patronato della chiesa [Ronzani 1980]. Dagli atti notarili di quegli anni emerge comunque che i discendenti dei De Bella insieme ai discendenti di Guido Di Bono, che detenevano insieme il patronato della chiesa, formarono la domus che dall’inizio del duecento prenderà il nome di De Balneo.
Quando, nel 1204, la chiesa venne riconsacrata, forse a seguito di un incendio, il patronato tornò ai discendenti di Guido di Bono, insieme al nipote di Ugo Gruneus, chiamato Grotto di Pietro de Bella. Unica erede di Grotto fu la nipote Marina, monaca in Santo Stefano d’Oltre Ozeri. Questo fece sorgere varie controversie per i diritti sull’elezione del rettore di San Lorenzo, rivendicati ora anche dal monastero benedettino, con l’opposizione dei discendenti di Guido di Bono, i de Balneo [Ronzani 1986].
La famiglia Balneo, fu spesso ostacolata da varie controversie e rivalità nella successione dei patronati, ma riuscì a mantenere a lungo il controllo dello ‘ius erigendi’, almeno sino al Quattrocento [Ronzani 1986].
Nella prima metà del Trecento è attestato uno spostamento del nucleo ebraico da Tramontana a Mezzogiorno, che andò ad abitare, forse in un unico edificio o in più edifici vicini, nella cappella (o parrocchia) di San Lorenzo in Chinzica, approssimativamente tra le attuali via San Martino e piazza Chiara Gambacorti. È in questa o in queste case che possiamo supporre fosse ora collocata la sinagoga dal 1397 al 1406 [Luzzati 1997] .
Nel 1400 il patronato di San Lorenzo passò a Panicuccio di Ser Guido da Calci, successivamente ai Gambacorti e poi ad Alessandro Testa.
Nel 1500 ne fu proprietario Ser Bartolo Sancasciani e nel 1510 la famiglia Perini.
Infine, nel 1783, appartenne alla famiglia Corsini di Cascina, per poi essere profanata nel 1784 [Tolaini 1992]. Da alcuni documenti del 1835, la chiesa di San Lorenzo non figura più ed al suo terreno corrispondono nomi di privati: nell’edificio ancora abbastanza integro della chiesa vi erano la rimessa e la casa di Salvatori Fioravante di Agostino, la casa di Notari Giovanni di Alessandro e, al secondo piano, l’abitazione della famiglia Detto.
Dopo la profanazione la chiesta fu prima adibita a bottega di maniscalco, poi a scuderia dei cavalli. Quando il tetto crollò a causa delle piogge, sparirono i marmi e la gente si appropriò di parti della struttura muraria.
Nei primi del novecento della chiesa originale erano visibili solo le colonne divisorie delle tre navate con i relativi capitelli.
Nel 1932 il fabbricato viene demolito e l’area destinata a mercato delle verdure, in seguito sostituito dal mercato del pesce dotato di una copertura fissa. Solamente nel 1980, con lo smantellamento del mercato, è stata realizzata l’attuale piazza.
Figura 5: il monumento ai caduti, Marina di Pisa, Bagno Maddalena. Delle otto colonne diverse di epoca romana, già incorporate in vecchie case costruite nell’area della chiesa, una venne utilizzata come cippo dedicato a tre ufficiali dell’aeronautica italiana caduti per un incidente aereo, nel 1933, nei pressi di marina di Pisa, mentre un’altra adibita a monumento dei caduti nella frazione di Campo; cinque capitelli sono conservati nel museo di san Matteo.

Note:
[1] L’ufficio dei pontoni fu uno dei più importanti e da un punto di vista storico, uno di più interessanti. L’ufficio di pontonaio nacque nel 1183, per iniziativa di quei cittadini, i quali riuniti in una associazione consorziale, affidavano la costruzione del ponte che interessava loro e i loro commerci ad un loro rappresentante che assunse il titolo di “pontonaio”.

[2] 1127 marzo 31, Chinzica (Nardi, Archivio Storico Pisano, n. 45).
Riferimenti bibliografici:

Arcamone M.G., 1978: Chinzica: toponimo pisano di origine longobarda, in "Bollettino Storico Pisano", XLVII, pp. 205-246 .

Banti O., 1989: Breve storia di Pisa, Pacini, Pisa.

Banti O., 1992: Io e il mio Medioevo Tirrenico. Sardegna, Toscana e Pisa, Pacini, Pisa.

Belli Barsali I., 1977: Sui recenti studi di topografia, urbanistica e architettura medioevale pisana, Pisa – Estr. da: Bollettino Storico Pisano, 46/1977.

Garzella G., 1990: “Pisa com’era: topografia e insediamento dall’impianto tardoantico alla città murata del secolo XII” gisem Liguori editore.

Herlihy D., 1990: Pisa nelDuecento.vita economica e sociale d’una città italiana nel medioevo, Nistri Lischi Editori – Cultura e Storia pisana, 3.

Luzzati M., 1997: La sinagoga di Pisa, dalle origini al restauro Ottocentesco di Marco Treves, Edifir Edizioni Firenze.

Milanese M., 2005: Piazza Chiara Gambacorti, Archeologia e urbanistica a Pisa, Scavi e ricerche, Edizioni Plus, Pisa.

Redi F., 1990: Pisa com’era: archeologia, urbanistica e strutture materiali (secoli V-XVI), Napoli, GISEM-Liguori.

Ronzani M., 1980: l’organizzazione della cura d’anime nella città di Pisa (secoli XII-XIII), in istituzioni ecclesiastiche della toscana medioevale, Galatina (LE), Congedo.

Ronzani M., 1986: Un aspetto della “Chiesa di città” a Pisa nel Due e Trecento: ecclesiastici e laici nella scelta del clero parrocchiale, in Spazio, società, potere nell’Italia dei Comuni, a cura di G. Rossetti, Napoli, Liguori, (Europa Mediterranea. Quaderni, 1).

Sac. Don Spartaco Mugnai 1965: “S. Giovanni al Gatano in Porta a mare nelle vicende storiche di Pisa” Tip. Editrice vigo Cursi, Pisa.

Tolaini E., 1992: Forma Pisarum. Problemi e ricerche per una storia urbanistica della città di Pisa, Nistri – Lischi, 2 edizione.

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